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sabato 24 marzo 2007

IL MONDEZZINO SASSARESE: UNA FIGURA IN EVOLUZIONE


Era il 19 ottobre del 2006 quando RYOGA82 ci illustrava la figura del Mondezzino.

Passati oltre 5 mesi, la greffa di burloni di Sasssareserie si arricchisce di
un nuovo redattore: DIGHIDINDERA che si esprime in un
prezioso aggiornamento dell'identikit stilato da Ryoga.
Vi possiamo dire solo che è di sesso femminile
e che di figure del mondo giovanile cittadino "ni sa umbè".
GIUDICATE DA SOLI SE E' BRAVA ...

EVOLUZIONE DEL MONDEZZINO SASSARESE (E COMPAGNA)

Non c’è da obiettare sulla dettagliatissima descrizione della fenomenologia del mondezzino sassarese relativa all’intervallo d’anni 1995-2006.
Ma pubblichiamo ora una delle ultime recensioni su tale figura alquanto conturbante evolutasi in questi ultimi anni.
Nell’ultimo trattato di Ryoga82caz chiddu mi fazzi caz..”.
Ora però recenti studi, resi possibili grazie all’affinamento di nuove tattiche di accostamento a tali Individui, hanno rivelato NUOVE peculiarità in precedenza poco approfondite del nostro Homo AdirPocusEvolutus.

AVANSCOPERTE:
Le risse
essendo l’argomento fondamentale del Mondezzino sassarese, una volta esaurito l’argomento moto, impegnano la maggior parte della giornata del mondezzino. Egli si reca come gia noto nelle ore post-meridiane verso Piazza Azuni, alquanto vuota ma sempre tale da essere un’attrattiva rilevante per il mondezzino.
Nonostante gli sforzi degli studiosi, non è stato possibile individuare ancora la scintilla responsabile della rissa: le informazioni raccolte dalle descrizioni particolareggiate dei soggetti in questione si indirizzano solamente sul tipo di contatto fisico tra i contendenti e non sulle vere cause della mischia. D’altra parte però, è stato possibile riconoscere che i Mondezzini si dividono in “classi sociali” individuabili dalla zona di riproduzione e crescita della stirpe del Mondezzino.

  • Santa Maria di Pisa
  • Lattedolce
  • Monte
  • Montelepre
  • Sassari vecchio
  • Li punti
  • Sant’orsola
  • Carbonazzi.

Esse si convogliano sul luogo della rissa al solo urlo di uno dei contendenti e in men che non si dica Piazza Azuni è intasata da mondezzini.

All’interno di ogni classe però è possibile stabilire una gerarchia: come già noto vi è il Leader detentore del “miglior mezzo di trasporto”(vedi recensione <Ryoga82>), il braccio destro del Leader, di solito dotato di un mezzo di trasporto più evoluto rispetto a quello del Leader, ma alquanto “drummiddu” per potersi imporre al Suo posto. Seguono i vari imitatori del Leader.
La serata dopo la Rissa al Centro Azuni continua con il trasferimento del Leader (che incita i compagni con un’escalamazione del tipo “ajò in piazzetta, caz!”) e del suo “gruppo” verso le già note località a seconda della classe sociale di appartenenza: Piazza Castello, Fosso della Noce, ormai non più in Piazza D’Italia dati i lavori, porta Sant’antonio…
Qui il mondezzino elabora i suoi discorsi e li rende pubblici ai compagni, e si organizza per il proseguimento della serata. Se è presente il braccio destro del Leader, essa proseguirà al BluStar, se assente … al Meccano.
Li il mondezzino addocchia la futura (ma non duratura) compagna per la “copula” (vedi recensione Ryoga82) o arrombato sul divanetto di seguito alle varie sostanze assunte per sostenersi fisicamente (dati gli sforzi spesi per la rissa) o in mezzo alla pista in cui la “donna” gli si avvicina dicendogli “stanotte sei mio! non sai cosa ti farei” (tratto dall’intervista a xxxxxxx del 02/2007).
Della compagna il giorno dopo non si ha più notizia .. gli studiosi hanno provato a perlustrare la mente del Mondezzino con la speranza che esso ricordi almeno 1 particolare per l’identificazione ma ….. niente.
La nottata termina al Quadrato, con la descrizione delle avventure passate in Piazza Azuni prima, in “piazzetta” poi, e al Meccano per finire.

LA MONDEZZINA
Per quanto riguarda la Mondezzina, essa ha relativamente cambiato il suo abbigliamento. Ormai quasi scomparso il casco rosa DE PUTA MADRE, predilige casco più sobrio, ma giubbotto con pellicciotto sempre più corto, che mette in evidenza gravidanze spesso volute (?????) per tenere legato a se il Leader. Qualche mese dopo però la si ritrova con o senza figlio su un'altra moto con un altro Leader.
Le zeppe, beh .. si, ricompaiono ogni volta. Notevoli però le ALI bianche stampate sul jeans a vita bassissima con perizoma blu dei Cinesi abbinate al trucco sugli occhi.

STUDIO DELLA COPPIA
Insieme, il mondezzino e compagna
trascorrono del tempo girovagando per la città e dintorni in moto, in base alle disponibilità economiche per la benzina.
La velocità del moto dipende dalle strade, ma di solito V.le Umberto “a una rodda”, improvvisate gare con altri motomuniti che manco li cagano e ondeggiamenti ad S sull’asfalto o voluti, o subiti a causa dei numerosi fossi impercettibili per il mondezzino a tutto gas , con conseguente rimbalzo della mondezzina che si salva perché attaccata alla vita del compagno ma distante con il viso per non rischiare di sbattersi al casco ad “altezza cervelletto con cappellino essenza indossato sotto” del mondezzino. A tal proposito, vorremmo aggiungere che ormai il capellino Essenza è in disuso tra i mondezzini doc, mentre persiste il casco mal indossato e compaiono capi d’abbigliamento Grizzuti.
Spesso la coppia finisce dietro i cassonetti ad acciuppare (vedi sempre l’accuratissima recensione Ryoga82) o a casa dell’amico del mondezzino a guardare giornali di moto e la scelta della prossima modifica al proprio mezzo di trasporto.

-recensione 03-2007 in attesa di ulteriori studi-
DIGHIDINDERA

sabato 10 marzo 2007

TRAPPADÈ

Personaggio Sassarese vissuto a cavallo degli Anni cinquanta dello scorso secolo.
Uomo probabilmente sfortunato, si dice fosse stato ferito nella seconda guerra mondiale, infatti aveva una protesi nel braccio sinistro, che stringeva con fibbie.

Era anche un po’ zoppo e teneva con sé un perenne baccolo nodoso. Il personaggio, del quale non si ricorda il nome, era soprannominato " Trappadè," "li pizzinni pizoni" di una volta lo ingiuriavano continuamente perché vi era gusto sentirlo rispondere agli insulti, con altrettante bestemmie di una certa trivialità.
Tali risposte, però, avevano il sapore di battute ironiche improvvisate e spontanee che rendevano bene in perfetto dialetto sassarese cionfraiolo e così
dimostrava il più delle volte di essere simpatico e scherzoso nonostante gli scherni.
Con la sua irosa reazione con alzata di baccolo e ripetute famose "frasi" riusciva a tenere a bada e fare anche fuggire torme di ragazzini che lo accerchiavano. La più corrente tra queste la possiamo anche citare: "
Oh basthardhu! Vai a casa toia e arreggami li sigaretti chi aggiu dimintiggaddu
innant'a lu cummudinu, cand'era cuschaddu arinotti i lu lettu cun mamma toia!."

Personaggio quindi da ricordare, a memoria di un tempo certamente poco bello per tutti, ma che il sassarese con la sua ironia riusciva a sdrammatizzare.

Tanti sono i ricordi che ha lasciato che gli è stata dedicata anche una canzone sassarese in cui lo si immagina intento a darsi arie di cornificatore impenitente e impunito.
"Vai e luzzigga li corri ch'aggiu posthu a babbu doiu """
"Ishanotti lu Tramvieri, lu Tassista e lu Pompieri so curruddi tutti e tre ........"

Ascoltatela qui sotto in suo onore ...




sabato 3 marzo 2007

PERSONAGGI SASSARESI


Se nelle strade di Sassari si possono incontrare ( raramente ) personaggi di alto lignaggio, tutti noi abbiamo memoria di alcuni personaggi sassaresi che ci hanno fatto sorridere per le loro stramberie e il loro comportamento. È la strada in fondo. Per esempio nella vignetta a lato si ricorda il personaggio di una signora che si fingeva vigile urbano e fischiando forte metteva le multe alle macchine in seconda fila su carta a quadretti. Molti ricordano il panico e la corsa per spostare la macchina .

Tanti altri ne abbiamo conosciuto come alcuni che qui sotto ci descrive Tino.
Sappiamo che è un'argomento delicato perchè dietro un nostro sorriso ci sono i fratelli, le madri e i figli.

Quindi se abbiamo un ricordo facciamolo con affetto....




DI MOLTI PERSONAGGI ABBIAMO RICORDATO L'INGIUGLIO IN UNA NOSTRA RUBRICA CHE HA AVUTO TANTO SUCCESSO. ingiugli sassaresi

INIZIAMO ORA LA RACCOLTA DELLE LORO STORIE E GLORIE ..........

Coscibianca

Personaggio sassarese conosciuto a cavallo degli anni cinquanta, quel dopoguerra che aveva segnato tanta gente, riducendola in miseria e costretta a vivere di stenti e alcuni anche di elemosina e carità del prossimo. Coscibianca era invece una specie di vagabonda, diventata così , perché il suo vecchio lavoro da “meretrice”, con l’età avanzata non poteva essere svolto. Quindi, non essendo stata parsimoniosa, nel mettere da parte i denari guadagnati, si è trovata di colpo a dover campare di espedienti. Il suo appellativo “Coscibianca”, gli era stato affibbiato nella casa dove lavorava, da qualche suo cliente buontempone, diventando un soprannome, il quale se lo portò appresso per sempre. I soliti ragazzi di allora (pizzinni pizoni), quando la incontravano la ingiuriavano continuamente al ritmo di: "Coscibià-Coscibià! "
La povera vecchietta trascorreva le sue giornate raccogliendo cicche di sigarette da terra, e allora erano proprio cicche, perché si fumava fino in fondo.
Il pomeriggio, fino a tarda sera, era solita sedersi sui gradini del primo portone delle Poste centrali per scartare le cicche e ammucchiare quel poco tabacco che riusciva a realizzare i un fazzoletto, per poi rivenderlo alle manifatture tabacchi di Piazza Università.
Durante questo lavoro di pazienza, chiedeva anche l’elemosina ai passanti. Così questo personaggio sassarese, trascorreva lunghe, penose e interminabili giornate, alla mercè di puntigliosi ragazzi che non la lasciavano maitranquilla, ai quali si opponeva solo con umili frasi di pietà, affinchè la lasciassero in pace. Anche questa una macchietta da non dimenticare, sebbene non sia stata molto onesta, ma purtroppo punita da una grande sfortuna.

Troiani

Uno dei più famosi personaggi sassaresi degli anni 40/50.
Uomo che senz’altro aveva girato il mondo. Forse imbarcato, portava infatti un vecchio cappello di ufficiale della marina, unto e bisunto.
Troiani era il suo vero cognome, originario laziale, aveva infatti un accento da burini romano.
Girava Sassari in lungo e in largo sempre vestito uguale con un abito sdrucito e spiegazzato oltre che poco pulito. Personaggio dal comportamento nobile, quasi un vero “clochard” francese, era tuttavia umile e servizievole e rari erano coloro che tentavano di prenderlo in giro, perché immediatamente venivano redarguiti a non permettersi più da suoi amici che solitamente lo tenevano nella giusta considerazione, proteggendolo e ospitandolo. Era si un vagabondo, ma di quelli buoni e tutti gli volevano bene.

Era solito frequentare i botteghini, non chiedeva mai elemosine ed era sempre invitato dai proprietari dei locali dove si trovava all’ora dei pasti. Lui era ugualmente generoso e ricambiava l’invito in un modo singolare, intratteneva i clienti con buona e dolce musica. Non usava strumenti, ma si arrangiava mirabilmente: emetteva un fischio soave e melodioso, accompagnandosi con una specie di batteria che ricavava con i palmi delle mani e relative ditta, battute a seconda del ritmo della musica, su pareti di masonite o sulla stessa del banco di mescita del locale, naturalmente lo faceva di spalle e le braccia dietro la schiena. Quando si esibiva aveva un sorriso accattivante e giulivo sebbene non avesse neanche un dente, ma la sua espressione con zigomi sporgenti e rossi e occhi brillanti, incuteva tanta simpatia e tenerezza. Anche la musica era bella, il suo pezzo forte era il “carnevale di Venezia”. Gli avventori, che apprezzavano le sue “ performance”, facevano a gara ad offrirle da bere, lui solitamente gradiva del buon vino e qualche capitava che si sbronzasse benevolmente, addormentandosi sulla sedia appoggiato al tavolo.
Abbiamo così ricordato un altro personaggio che ha fatto della storia di una Sassari di un tempo, vale a dire quando la nostra città era ricca di personaggi o macchiette innocue, ma piene di spirito e di gratitudine. I sassaresi rispondevano con grande solidarietà, annoverandoli come figli di una città che non vuol dimenticare nessuno.

Monello

Altro personaggio sassarese, girovago, umile e taciturno che non faceva male ad una mosca, ma i ragazzi di una volta lo prendevano di mira sfottendolo continuamente. Non chiedeva elemosina, ma la sua indigenza lo portava a accattare misere cose per poterle, magari rivenderle e, realizzare quanto bastava per sfamarsi. Personaggio che con la sua discrezione e infima condizione, commuoveva non poche persone generose che lo aiutavano economicamente, donandogli vestiario, scarpe e alimenti.

Il suo soprannome "Monello", era quasi un paradosso, perché era mite e buono, ma la sua bassa statura tozza e tondeggiante lo faceva assomigliare ad un monello di strada, ecco perché dava motivo ad essere preso in giro. Ma Sassari, lo ha comunque annoverato assieme a tanti altri, come Troiani, Perempempè, Cannaipicciu, Cippacchinu etc. tra i sui simpatici personaggi di un tempo, quando la vita non era molto allegra per molti, ma pur sempre da vivere, e noi qui adesso a raccontare alcuni stralci.

Agostino Campanaro

Altro personaggio di Sassari, soprannominato " Agostino Campanaro " Tale appellativo deriva dal fatto che per molti anni ha esercitato la funzione di sagrestano nella chiesa di Santa Caterina.
La sua abitazione, un magazzeno angusto, si trovava esattamente di fronte alla Chiesa, in Via Canopolo. Era un bravo esservitore della parrocchia, sempre disponibile ad ogni esigenza del Parroco.
Un piccolo vizietto, però, dopo tanti anni lo portò ad essere licenziato e precisamente, aveva preso il gusto di bere "vino di messa", tanto che veniva sorpreso sbronzo e addormentato dietro l'altare.
Quindi il provvedimento irreversibile che lo portò per un po’ di tempo ad essere disoccupato e vivere in misere condizioni. Riuscì tuttavia a rimettersi un po’ in sesto quando intraprese l'attività di "Strillone," vale a dire venditore di giornali ambulante. Attività che esercitava nel centro storico dal primo mattino. Ancora ricordo quella cantilena mattutina: " La Nuova Sardegnaaaaa! La Nuovaaaa! Nuovaaaa! Per venderne di più aveva escogitato un sistema: una carrozzella per neonati piena di giornali, in questo modo non faticava nel trasporto. Un altro modo era quello di diffondere notizie false per invitare gli acquirenti a comprare così il giornale. Ad esempio al mattino presto si fermava in un popoloso crocevia e iniziava a strillare dicendo: " Morto in un incidente stradale il Calzolaio tal dei tali…..! Uomo evidentemente molto noto nella zona e quindi, per curiosità tutti a comprare il giornale per leggere la notizia inesistente. Ma questo sistema non durò molto e, tra il suo vizio di bere e andare nei botteghini dal mattino, lo portò a diventare un trasandato e quindi un quasi barbone e da li ad essere preso in giro dai ragazzi di strada. Anche questo personaggio verrà annoverato nei ricordi di una Sassari d'un tempo, la figura non è sfuggita all'attento caricaturista Paolo Galleri, che assieme a tanti altri compare nelle pagine di una serie di caricature di personaggi sassaresi: dal Presidente Cossiga alla macchietta sassarese…

Tino enciclopedico

Vincenzo Buffa Buffa
Coiffeur della città, abile nel taglio dei capelli a domicilio, negli ospedali ed affini


Maciste
Omone dalla forza erculea famoso per i gesti di " fozza" e punta di diamante della " carovana"


Ciccittu Muntò
Raccoglitore di cartone con annesso carruzzo per le vie della città, primi esempi di raccolta differenziata.

Peppina la vicciaia
Signora molto anziana e trasandata che dava da mangiare a cani randagi e gatti, morta in un cassonetto della città.

Regina 5000
Anziana meretrice che aveva nel soprannome l'importo a prestazione


Pietrino lu ponciu
Altro addetto al recupero differenziato del cartone, sempre con carruzzo in dotazione


Dott. Prof. Basilio Falchi
Professione dentista, famoso nella città perchè sempre a maniche corte d'estate e d'inverno e per i bagni della salute a dicembre.

Saccone
Vendita all'ingrosso ed al dettaglio di fainè e gelati con carrettino, zona via Maddalena flavio o sotto l'upim vecchia.
E chi si può dimenticare il suo urlo: "bruscia ch'è calda..........."

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