venerdì 20 ottobre 2006

SE ERI UN BAMBINO SASSARESE NEGLI ANNI ’60, DI SICURO ....


SE ERI UN BAMBINO SASSARESE NEGLI ANNI ’60, DI SICURO:

  • Giocavi rigorosamente in strada e fino all’imbrunire. Tornavi su solo al quindicesimo urlo di mamma dalla finestra;
  • Con due pezzi di legno rubati dal cantiere sotto casa eri pronto per una “cirimella” all’ultimo sangue
  • Con un pezzo di tubo (rubato nel suddetto) "ci usciva" una cerbottana da competizione che lanciava proiettili di Nuova Sardegna da un palazzo all’altro
  • Almeno una volta, entrando di nascosto in un cantiere a fregare legni e tubi da cerbottana ti ha cassato un muratore e ti ha riempito di calci in culo. I tuoi compagni ti hanno cantato la classica cover "Lu ciaffu di lu muraddori chi t'ha fattu la faccia ruja"
  • Giocavi a calcio:”a portieri volanti”; il tuo pallone era un Super Tele tutto l’anno e un San Siro in prossimità di Natale (poi si bucava e tentavi di ripararlo con un coltello arroventato sul fornello)
  • Se ti dicono: Albertosi, Burgnich, Facchetti tu continui: ….. Bertini, Rosato, Cera Domenghini, Mazzola, Boninsegna, De Sisti, Riva !!!!!!!! (allenatore Valcareggi)
  • Se vedi una pallina di vetro di tornano in mente i tornei di ballocci specialità “ buca” o “palmo e zembo
  • Per organizzare un torneo di nascondino dicevi agli altri “chi vuol giocare ………metta il dito sotto qui ...
  • Quando vedi tuo figlio incollare le figurine autoadesive ti tornano in mente gli album “ a bocca aperta” a forza di incollarci le figurine con la colla di farina fatta da mamma dopo che l’avevi inutilmente stressata per comprati la Coccoina
  • Quando vedi tuo figlio iniziare dieci album di figurine e non finirne mai uno ti scappa la lacrimuccia al ricordo di quel Pizzaballa che non usciva mai e del tuo amico Toricino che aveva Riva doppio; il solito Riva che ti mancava sempre per finire l’album
  • Andavi a letto “dopo Carosello”
  • A scuola ti ci portavano i piedi …… All'andata e al ritorno.
  • Giocavi con i pattini a quattro ruote estensibili e il ginocchio sbucciato era una malattia professionale
  • Giocavi a bacchetta mamma (carra muntò) e sceglievi il compagno più grasso per la tua squadra. L’urlo ”Mi chi soggu arribendi!!!” risuonava per tutto il quartiere
  • Se non c’erano giocattoli potevi stare delle sere a giocare: a “cherochè”; a Paradiso saltando da un quadro all’altro disegnato per terra con una pietra; a Rubabandiera; a Guerra Francese
  • Un partita a “soffietto” con le figurine con il tuo amico Paoletto che “ ne alzava cento” poteva durare anche due giorni; e perdere poteva costarti dieci “bisvalide”
  • Uno spiazzo polveroso era quanto di meglio per tracciare una pista e partirci di GIRO D’ITALIA con una flotta di tappi di birra vecchi
  • Non erano tempi di motorini ma la bicicletta con una carta da gioco sui raggi tenuta da una molletta faceva un “zocco da moto guzzi”
  • Per concederti qualcosa di buono lanciavi l’urlo verso la finestra di mamma al quarto piano “me le butti dieci lire ????”; e via che “ci usciva” una bustina di semi di zucca !!
  • Con cinquanta lire potevi comprarci un ghiacciolo e due fette di fainè da Saccone
  • La raccolta dei rifiuti urbani te la ricordi annunciata dall’urlo “Ezzaaaa ….” sul pianerottolo perché degli uomini con un sacco verde in spalla la ritiravano fin su al quarto piano
  • Il latte te lo ricordi venduto a mestolate e messo dentro una bottiglia che ti portavi da casa; solo dopo, dentro la mitica busta floscia che stava in piedi soltanto mettendola nel non dimenticato boccale blu della Centrale del Latte
  • Con le stesse cinquanta lire recuperate con un ghiacciolo in meno, ci usciva un metro di fette quadrate per il tiralastico; e i "poddigali" li facevi distruggendo di nascosto una borsetta vecchia di mamma che lei non aveva nessuna intenzione di buttare. Non ancora.
  • Le cingomme Freccia Indiana te le ricordi più grandi e più buone delle “gomme del ponte”
  • A Platamona d’estate scavavi cinque centimetri sul bagnasciuga e trovavi arselle e vermi ottimi per esca da pesca
  • Ti ricordi il “verduraio” che vendeva le piante di “fasgiolu tondu” appena estirpate e ti faceva il conto sulla busta
  • A scuola di maestra ne avevi solo una; dalla prima alla quinta; e se ti allungava un ceffone non chiamavi il telefono azzurro
  • Hai commesso almeno un furto di Mele granate dall’albero della campagna vicino a casa
  • Ti ricordi della Spuma al Rabarbaro di Usai
  • Ti ricordi dei grandi che bevevano Vino Chinato, Punt e Mes e Rosso Antico
Insomma, ora di anni ne hai 40-45 suonati, fai discorsi del tipo “ caaazzz… a ti l’ammenti ??” e sei un po rinco ……..
O no ????

giovedì 19 ottobre 2006

FENOMENOLOGIA DEL MONDEZZINO E COMPAGNA


A furor di popolo, tolgliamo dal limbo dei commenti
e pubblichiamo separatamente l'opera prima di ryoga.


FENOMENOLOGIA DEL MONDEZZINO


Secondo recenti studi delle teorie evoluzionistiche di Darwin, l'anello mancante tra l'homo sapiens sapiens e l'homo di Cromagnon potrebbe collocarsi nella figura del mondezzino sassarese.
Recenti studi hanno dimostrato che la sua provenienza è collocabile intorno alla zona del Monte alto, anche se l'evoluzione ha dato i maggiori frutti sopratutto nelle zone periferiche quali S.Maria di Pisa e Latte Dolce, con un inconsueto quanto prolifico addensamento in via Ugo la Malfa.
Veniamo a descrivere le principali caratteristiche morfologiche e sociologiche del mondezzino:
Il mondezzino predilige le ore post-meridiane per far sfoggio di tutta la propria caratura culturale. Non sarà difficile per un cultore antropologico, l'avvistamento sui tram 1 e 3; senza dimenticare la collocazione in Piazza Castello, anche se recenti studi ne prevedono il ritorno in Piazza Fiume.
Il mondezzino ha solo due argomenti di discussione:
a) la moto
b) le risse
Per quanto riguarda l'argomento moto, il mondezzino è una miniera di sapere, nonostante il fatto che la discussione faccia perno su alcuni topos tra cui:
"i pezzi da novanta"; "marmitta polini"; "me la faccio preparare da mariani"; "strozzature"; "ni succia umbè"
I discorsi son sempre accesi e l'attenzione del mondezzino è sempre ai massimi livelli quando si parla di ciclomotori e preparazioni affini.
Di chiaro stampo mondezzino sono i racconti sulle risse.
Essi in genere vengono fuori quando il mondezzino ha esaurito gli argomenti (quindi piuttosto di frequente visto che può optare solo sulla conoscenza della moto).
Generalmente il mondezzino che racconta di una rissa in cui era uno dei due protagonisti, sarà difficile che racconterà di una sconfitta.
La tendenza è quindi quella di una narrazione romanzata, dai tratti fortemente epicizzati, nel quale il protagonista viene provocato e sfidato in battaglia, e con strenuo valore dimostra la propria virilità disarcionando il nemico.
Naturalmente i toni sono di tutt'altra caratura:
"e caz chiddu mi fazzi caz... e allora io caz ni boggu la catena dalla moto e s'è cagliaddu muddu".
Possiamo vedere quindi come in ogni caso la moto torni sempre e comunque in ogni argomento.
Trattasi davvero di un elemento catartico per il mondezzino, che ne contraddistingue l'efficacia e maggiori carte da giocare per la giostra dell'accoppiamento.
Generalmente Zip, Phantom, F10, Typhoon, Califfone (nei tempi d'oro).

Abbigliamento del mondezzino:

in moto: Casco indossato tanto per non prendersi la multa, praticamente ad altezza cervelletto con cappellino essenza indossato sotto.
in giro ESTATE/INVERNO: Giubbotto nero con pellicciotto, jeans e scarpe Cult con punta in ferro (ottima per le risse). Magliettina attillata con deodorante (badate bene DEO-DO-RAN-TE: la parola profumo non è compresa nel vocabolario)AXE Africa spruzzata non sulla pelle ma direttamente sopra gli indumenti: circa una lattina di prodotto ogni volta che esce. Gel dei cappelli marca DATREDIZZI di cui il vero mondezzino in assoluto si scorda di spalmare bene lasciandone qualche residuo visibilissimo.
Le teorie sulla prossemica (studio della distanza sociale) hanno una ramificazione particolareggiata per quanto riguarda lo studio di questa categoria sociale:

DIVERTITO: collo in avanti che oscilla, bocca semi aperta ed esclamazioni del tipo "caz troppo togo, caz oh pazzo".
INCAZZATO: vena del collo in procinto di esplosione, rossore improvviso, movimenti convulsi e a scatti di spalle e braccia. Ricerca spasmodica di una locazione tra due compari per far finta di farsi trattenere dal picchiare qualcuno.
PROVOCATORE: sorriso beffardo, mano che mena schiaffetti e la tipica espressione: "mi sei pigliendi pa lu guru?".

Sul tema dell'innamoramento gli studiosi dibattono lungamente se si tratti di vero e proprio sentimento metafisico o semplicemente di estro sessuale tipico del maschio che entra in calore: nel dubbio ci asteniamo da qualsiasi commento a riguardo in attesa di ulteriori sperequazioni.

Questa lista è chiaramente di tutti, può essere corretta allargata completata.
Preciso infine di non avere niente contro chi si veste o si comporta più o meno
come ho anche un po' fantasiosamente descritto, avendo io un bel po' di amici così.

Era insomma una cosa pà ridì e non per offendere.

LA COMPAGNA DEL MONDEZZINO

La compagna del mondezzino ama stare l'ottanta per cento del suo tempo sopra il ciclomotore del suo ragazzo, quasi come gli Unni passavano la maggior parte del tempo a cavallo.
Generalmente le mondezzine indossano sorta di pellicciotti bianchi nei mesi invernali, mentre in quelli estivi prediligono magliette corte sopra l'ombelico, fuseaux consunti e zeppe mai in disuso.
prediligono il casco a scodella col rivestimento rosa De puta Madre.
Sono loro a scegliere il maschio per la copula e secondo alcuni studiosi la scelta ricade o sul leader della greffa o sul possessore del miglior mezzo di trasporto.
Le mondezzine al contrario di quanto si possa ritenere basandosi su un'analisi superficiale, non sono affatto dedite ad ogni lascivia.
La loro ferrea educazione cattolica impone una sorta di pudicizia piuttosto estremizzata nei primi tempi del rapporto con il mondezzino, il quale però -esperto amatore e conoscitore a orecchio di canzoni struggenti in LA Minore- sa come capovolgere ogni situazione.
Si passa quindi da una fase di pudicizia ad una di totale esternazione delle proprie pulsioni. vediamo qualche es.
"oh ascò Chiarè, mi sto imboscando con Tore a crocerare dietro quei cassonetti".
"caz, ho scopato così tanto chistha ghedda chi mi fazzini mali le ovaie".
Le mondezzine ultimamente hanno preteso dai loro compagni, maggiori attenzioni non sessuali.
Ora è probabile che questa condizione sia dovuta al fatto che le mondezzine, uscendo nel tardo pomeriggio, passino il tempo a confrontare i loro maschi con quelli di Uomini e Donne e di quel romanticumine patinato e pacchiano.
Non è ancora una certezza, ma non è del tutto da escludere.
Sui tram le mondezzine non parlano tra di loro: urlano.
sarà capitato a chiunque di salire sulla uno o la tre e vedere qualche ragazza ipertruccata e pensare:
"beh se avesse meno trucco sarebbe proprio carina".
Poi quella stessa riceve una chiamata al cellulare con la suoneria di Mango e ne esce da bocca una voce che ti ni fazzi passà tutta la gana.

Sulla tonalità di voce della mondezzina non è possibile soffermarsi in maniera adeguata in questa breve analisi; ma distinguiamo comunque almeno due timbri vocalici:
-vagamente sussinca (uso frequente dell'intercalare "gaz")
-lattedolcina (uso frequente dell'intercalare "cioè" "troppo bono").

Concludiamo con una delle cose più belle offertici dalla città di Sassari: il litigio tra mondezzine.
Generalmente causato da due fattori:
a) la tipa si sta crocerando il ragazzo dell'altra
b)la tipa sparla dell'altra

La mondezzina non attende di chiarire se le voci che sono arrivate al suo orecchio siano vere o pretenziose; essa parte all'attacco come un amazzone, ma raramente si raggiunge lo scontro fisico; accesissimo è invece lo scontro verbale.
La componente ironica risiede nel fatto che la mondezzina chiama la sua vittima in disparte, in modo da non attirare l'attenzione verso di se; ma bastano pochi secondi perchè tutta piazza castello (esempio frequente) si raduni davanti all'acceso diverbio di natura antropologico-territoriale.
Concludiamo con alcune tra le più frequenti affermazioni durante questi litigi, poichè non ci può essere miglior caratterizzazione se non quella offerta da questi esempi:
"oh bella bè stai molto attenta"
"mi ci metti quattro palmi di faccia in culo"
"ma cosa sei dizzendi che ti hanno visto tutti con Barroccu dietro la COOP"

mercoledì 18 ottobre 2006

IL FONDATORE SI FA VIVO !!


Nel titolo del BLOG "Sassareserie" abbiamo da subito eletto "FONDATORE" il misterioso "benemerito" che con il DECALOGO DEL SASSARESE AL MARE ci ha fatto fare un sacco di sane risate. E da tempo cercavamo di scovarlo.
E all'improvviso: "MILLO MI' !!!!!" E' lui o non è lui ????
Si presenta come anonimo ma si firma "Il misterioso autore del decalogo del sassarese al mare."; e ci dice " ..... non credo che contribuirò in futuro alla stesura di nuovi capolavori di cotanta intensità letteraria ....".
Noi lo salutiamo, riportiamo in prima pagina il suo messaggio (che trovate in commento all'articolo "Altre idee di Sassareserie da conservare ???") e lo invitiamo a scazziare ancora insieme a noi con il nome di battaglia "lu presidente"

In suo onore, ripubblichiamo il "capolavoro" DECALOGO DEL SASSARESE AL MARE.

A videzzi

----------
MESSAGGIO DEL Presidente
Carissimi.
E'giunto l'atteso momento dell' "outing" del misterioso autore del decalogo del sassarese al mare. Eccomi.
Con immenso piacere noto che attorno al mio decalogo (con 8 regole e non 10)si sia creato un movimento artistico-culturale di notevole portata per la città di Sassari e vedo che in molti si stanno cimentando in descrizioni socio-antropologiche di notevole interesse.
Chiariamo alcuni misteri sulla madre di tutte queste opere di elevato spessore.
Intantoil decalogo ha 8 regole e non 10 per il semplice motivo che dopo l'ottava mi sono rotto le balle di scrivere.
Ho letto da qualche parte qualcuno che si lamentava perché il decalogo risultava offensivo nei confronti di persone che a Sassari sono sempre state emarginate; sia chiaro che quanto scritto non è riferito a nessuno in particolare e non ha certo l'intenzione di offendere o giudicare nessuno. Si tratta semplicemente di una serie di stronzate (è qualcuno ha fatto bene a sottolinearlo) buttate lì per ridere in tipico stile cionfraiolo. Altri hanno sostenuto che il decalogo esisteva già dagli anni ottanta.
Balle.
L'opera, anzi il capolavoro (modestamente), è stato concepito e scritto a metà luglio del 2006.
Poiché non credo che contribuirò in futuro alla stesura di nuovi capolavori di cotanta intensità letteraria, auguro ai miei "discepoli" un buon lavoro, soprattutto a ryoga82 che mi pare abbia di gran lunga superato il maestro nella sua opera prima dedicata alla controversa figura del Mondezzino.

Saluti a tutti.
Il misterioso autore del decalogo del sassarese al mare.

martedì 17 ottobre 2006

DECALOGO DEL SASSARESE AL MARE


DECALOGO DEL SASSARESE AL MARE
(nella foto: il mitico Lido Iride nel 1970)

1) Il vero sassarese non va al mare, ma "fara a Platamona" che non è la semplice spiaggia dei sassaresi, ma un vero e proprio microcosmo, un concetto filosofico, un alto ideale,uno stile di vita esclusivo che solo un sassarese doc si può permettere.

2) Se maggiorenne e dotato di mezzo proprio il sassarese percorre la strada statale Buddi Buddi per raggiungere la sua località balneare preferita. La scelta cade su questo percorso poiché un sassarese che si rispetti fa tappa al bar Graziella, dove, dopo aver parcheggiato sgommando, entra gioioso e schiamazzante e chiede una bottiglia di birra e tre bicchieri (anche se è da solo, ma dire "un'impulla di birra e tre tazzi mascì" fa più ommu).

3) Il sassarese minorenne non dotato di mezzo proprio si reca a Platamona con il mezzo di trasporto per eccellenza "l'EMMEPI'" nelle due varianti "via Buddi Buddi" e "via Ottava". La scelta dell'una o dell'altra opzione è del tutto indifferente per il minorenne, perché l'importante è trovare posto dietro "pa' fà barracca". Essenziale un coro tipo "zi poni la faccia in cu', lu controllò lu controllò" all'ingresso del controllore sul mezzo.

4) Un sassarese "come si tocca" (epiteto dato a persona che si rispetti) va al mare con costume slip aderente, zocculi e maglia della Torres.
Il perché di questi tre capi d'abbigliamento è spiegato di seguito:
a) Gli slip: intanto i boxer è "robba di frosci", e poi lo slip permette al sassarese di mostrare, tutto tronfio e pieno di se, la propria attrezzatura sessuale (spesso sovradimensionata da una melanzana di dimensioni medie apposta all'interno degli slip stessi). Lo slip, accuratamente rinforzato, permette inoltre di sostare nel bagnasciuga della spiaggia (meglio se "lu terzo".terzo pettine per i blasfemi) per mostrare alle gentili donzelle che passeggiano la propria virilità, accompagnando l'esposizione artistica con frasi del tipo "Ebbbé mascì, ma robba così mai visto ne hai?" o con l'intramontabile "Meee mascì, abaidda ogna pizzona dell'anglona", seguito da un sonoro verso del maiale.
b) Li zoccuri (zoccoli per i profani): intanto le infradito è "robba di frosci". Questo pittoresco quanto elegantissimo capo d'abbigliamento consente al vero sassarese di espletare due funzioni fondamentali: innanzitutto il passo con trascinamento del piede risulta molto rumoroso e cadenzato nel modo giusto può ricordare il rullare dei tamburi dei candelieri. In secondo luogo, se inserito in una mano e non nel piede lu zoccuru può diventare l'arma vincente in un sano "affarratorio" con qualcuno che sta guardando male.
c) Maglia della Torres: intanto chi non tifa Torres è "un bé frosciu". Qui c'è poco da commentare, la maglia della Torres è la seconda pelle di qualsiasi sassarese che si rispetti.

5) Almeno ¾ del tempo che un vero sassarese dedica alla sua gita al mare, vanno trascorsi a "lu chiosco" (per i trogloditi non sassaresi si legge ghiosco), in modo tale da potersi dedicare all'attività nella quale ciascun sassarese che si consideri tale deve eccellere: bere birra. L'attività madre deve essere svolta possibilmente in chiassosa compagnia e comporta l'ingurgitamento di un minimo di 12 litri di birra a ora di permanenza a "lu chiosco". Vietato rigorosamente sedersi; il sassarese puro beve in piedi vicino al bancone (con gomito appoggiato e piedi incrociati) e appoggia il bicchiere solo se per trastullarsi le parti intime in caso di eccessiva "magnazzona" (prurito per gli stranieri). Inutile dirlo perché ovvio: sempre e comunque rutto libero!!!

6) Il pranzo in pineta non è la semplice soddisfazione di un bisogno primario (l'alimentazione), ma è un'istituzione sacra, una filosofia di vita, un percorso mistico trascendentale che in certi casi può portare al raggiungimento del nirvana. Non esiste che un sassarese si porti il panino da casa o compri un tramezzino a lu ghiosco (tutta robba di frosci); il pranzo in pineta deve essere consumato in compagnia numerosissima e deve prevedere come minimo una decina di portate: dallo zimino alla cordula, dalle favette alle lumachine, dai coccoi alla carne di cavallo, giggioni e così via. E' essenziale che il pasto venga accompagnato da fiumi di vino rosso (rigorosmante in boccione) e si concluda con un assaggio di acquavite o mirto rosso possibilmente fatto in casa, ma un Zedda Piras (santi subito!!!) va bene uguale.
Per il dopo pranzo al sassarese doc si presentano diverse opzioni ludico-culturali tra cui segnaliamo:
a) Una bella cantata in compagnia, rigorosamente cun la chiltherra (con aggiunta di mandurinu per i puristi) spaziando tra i pezzi storici di Ginetto Ruzzetta e Giovannino Giordo ai più commerciali e psichedelici Sonos de Manos, il cui pezzo storico "la notti" ha di gran lunga surclassato la ormai obsoleta Canzone del sole.
b) Il mangiare può provocare in alcuni degli scombussolamenti intestinali tali da richiedere un'immediata evacuazione. Il sassarese doc, da gran signore, segnala ai presenti la sua impellente necessità fisiologica innanzitutto "truddiendi cumenti un cani" (petando come un essere vivente di razza canina..sempre per i profani) e rivolgendosi ai commensali con francesismi e frasi culturalmente elevate quali: "Teee fiaggadiru abà" oppure "Teeee coloraru". Dopo il gustosissimo siparietto un vero sassarese si alza dalla sedia (dopo tre ore di pranzo) e dichiara ad alta voce "Bè, guasi guasi andu a fammi una bedda caggadda" e tra gli applausi commossi della gente si avvia con passo svelto verso i pini interni che gli consentono di dedicarsi alla tanto agognata defecatio.
c) I più colti e cosmopoliti dei sassaresi si dedicano invece allo scambio interculturale. Già dal primo pomeriggio è infatti possibile scambiare opinioni sulla geopolitica internazionale o sulle conseguenze delle esternalità negative causate da un eccessivo ridimensionamento delle politiche sociali, con delle simpaticissime signorine nigeriane che sostano nelle strade adiacenti ai pettini.
d) E'concessa la pennichella post-pranzo da consumarsi all'ombra di un pino, evitando accuratamente di posizionarsi su quelli un po' più interni per non incorrere in spiacevoli discussioni con i sassaresi che si stanno dedicando all'attività descritta nel punto b).

7) Il telo da mare è un accessorio del tutto opzionale. In passato, il dibattito tra puristi e modernisti sull'utilità dell'oggetto in questione è stato anche molto aspro. Da un lato c'era chi sosteneva l'inutilità di un simile pezzo di stoffa e dall'altro chi invece spingeva per il suo utilizzo; l'avvento del bidet nelle case ha comunque spostato l'attenzione dell'intellighentia sassarese sulla possibilità o meno di utilizzare il sanitario in questione per piantare predusimuru (prezzemolo per gli ignoranti). Alla fine chi proprio non può farne a meno può utilizzare l'asciugamano, purché sia ben visibile la scritta Birra Ichnusa su un lato e Bionda Sardegna sull'altro.

8) Durante la permanenza in spiaggia un vero sassarese non può a fare a meno di costruire di suo pugno e ovviamente con il talento ingegneristico che lo contraddistingue un "tramporinu" (trampolino per i blasfemi) adatto per l'attività fisica nota come "Tuffà". Utilizzando vario materiale che la spiaggia di Platamona mette generosamente a disposizione il sassarese doc costruisce così lu tramporinu e si mette ordinatamente in fila per poter usufruire del medesimo. Correndo il più veloce possibile e con urlo sovraumano il degno sassarese si avvicina a lu tramporinu posizionato nel bagnasciuga, poggia un piede sulla pedana e spicca un atletico balzo che lo porta ad immergersi in acqua a "cabuzzoni" o nel più classico tuffo a "bbbomba".

9) e 10)
l'Autore ci ha comunicato che "si è rotto le balle di scrivere" al punto 8. (ipse dixit ....)


domenica 15 ottobre 2006

RACCOLTA DEI SINDACI

GRANDE ARCHIVIO MULTIMEDIALE DEI SINDACI


Per fortuna la tradizione non si è ancora persa.
Ziminate e o non ziminate, il Sassarese canta ancora e la raccolta è partita subito con il botto !!
(non sarà che lo zimino, sotto sotto e di contrabbando, circola ancora ????
Amici: NON SI PUO' !! E' ILLEGALE ...........)


Già dal primo giorno sono pervenuti un bel gruppo di Sindaci, tradizionali e non, ivi incluso un originale (per la redazione....) Sindaco di Vienna (cui diamo il benvenuto a Sassari).

COME PROMESSO TERREMO AGGIORNATO L'ARCHIVIO
(in ordine sparso e tenendo conto delle correzioni e integrazioni che ci facciamo a vicenda)

INCIPIT
E gantemmu tutti ganti di ri sindagi ri ganti!!(femmu ru coro)
E gantemmu tutti ganti di ri sindagi ri ganti!!(femmu ru coro)
E pà tutti so durori a cuminzà da montresori..


Lu Sindaggu di Sassari
E lu Sindaggu di Sassari, s'ha vinduddu Platamona ....
E lu Sindaggu di Sassari, s'ha vinduddu Platamona ............
Pa dà modu a li Sussinchi di infundissi la pizzona ...
Trallallero, larillallla aaaaaaaaaa

Lu sindaggu d'Aglientu
E lu sindacu d'Aglientu, candu troddia fazzi bentu...
E lu sindacu d'Aglientu, candu trooooddia fazzi bentu......
Da levanti e da ponenti semmu biondi stranamenti...
Trallallero, larilla

Lu sindaggu di Badesi (alternativa omologata: Sindaggu di THIESI)
E lu sindaggu di Badesi cun lu gazzu azza li pesi ...
E lu sindaggu di Badesi cun lu gazzu azza li pesi
N'azza un chilu n'azza un ettu v'ha ru gazzu sempr'arrettu
Trallallero, larilla

Lu sindaggu di Casteddu
E lu sindagu di Casteddu nu ru biglia si no è nieddu...
E lu sindagu di Casteeeeeeddu nu ru biglia si no è nieddu...
ma se è longu un metro e trenta si ru biglia e s'accontenta..

altro giro, altra corsa .....

E lu sindaggu di Castheddu no lu biglia si no è nieddu
E lu sindaggu di Castheddu no lu biglia si no è nieddu
Si lu dumanda isthai siguru chi lu biglia sempre in curu

Lu sindaggu di Cagliari
E ru sindagu di Cagliari s'ha vinduddu lu boetto...
E ru sindagu di Cagliari s'ha vinduuuuuddu lu boetto...
L'ha vinduddu a l'africani pa biantazzi ri banani,
Trallalera larillala...

Lu sindaggu di Olbia
E lu sindaggu di Olbia v'ha la figlia chi è una Droia
E lu sindaggu di Olbia v'ha la figlia chi è una Droia ....
si li dai duimiria franchi ti ni succhia puru l'anchi
trallalera larillala...

Lu sindaggu di Vienna
E ru sindagu di vienna ni ru gazzu v'ha l'antenna...
E ru sindagu di vienna ni ru gaaaaaaazzu v'ha l'antenna...
se li giri ri guglioni piglia tutti ri sthazioni
Trallallera larillala

Lu sindaggu di Bosa
E lu sindaggu di Bosa v'ha la mincia assai fiaggosa
E lu sindaggu di Bosa v'ha la mincia assai fiaggosa
Si lu tocchi sottu sottu, già v'acciappi lu riggottu ....
Trallallera larilla llla aaaaaaaa

Lu sindaggu di Sossu
E lu sindaggu di Sossu v'ha la figlia ch'è un mossu (il coro: di cannaaaaaa)
E lu sindaggu di Sossu v'ha la figlia ch'è un mossu (il coro: di cannaaaaaa)
Si vi tocchi lu pacciocciu ti pissighi cu lu rocciu
Trallallera larillalla .......

Lu Sindaggu di Nuoro
E lu Sindagu di Nuoro candu troddia fazzi un coro
E lu Sindagu di Nuoro candu troddia fazzi un coro.
Fazzi un coro di angioletti cu li gazzi sempri arretti.
Trallallero larilla lla.

Lu sindaggu di Usini
E lu sindagu di Usini s'ha cumparaddu la limùsini
E lu sindagu di Usinis'ha cumparaddu la limùsini
Pà pusthazzi ri bagassi, beddi bassi brutte o grassi
Trallallero larillalà

Lu sindaggu di PIAGHE (Ploaghe)
E Lu sindaggu di PIAGHE s'è caggaddu nelle braghe ....
E Lu sindaggu di PIAGHE s'è caggaddu nelle braghe ....
S'è caggaddu la mutanda se cammina a bè che sbanda .......
Trallallero larillalà

Lu Sindaggu di PIRRI
E lu Sindagu di PIRRI candu troddia fa zicchirri
E lu Sindagu di PIRRI candu troddia fa zicchirri
Azza sempri un bè li vozzi achì v'ha li balli in crozzi
Trallallero larilla lla

altri sindaci in arrivo ...................

GRAN FINALE
Di li sindaghi li fatti a cantalli semmu isthracchi ...
Di li sindaghi li fatti a cantalli semmu isthracchi ....
Di cantà chistha canzoni n'emmu pieni li cuglioni
Trallallero larilla llaaa

etichette

 
Blog Information
MigliorBlog.it